el 1907, su iniziativa di alcuni esponenti dell’aristocrazia locale, nacque l’Ars Wetana, società di patronato che si proponeva di dare alle donne del popolo un’opportunità di guadagno con un lavoro a domicilio non particolarmente gravoso. L’idea era stata lanciata dal Senatore Conte Eugenio Faina e fu realizzata grazie al figlio Claudio ,che diede un primo fondo ,alla figlia Maria Vittoria e alle nobildonne Eugenia Petrangeli e Paolina Valentini, le quali si occuparono di individuare un lavoro semplice, ma anche pregevole ,che le donne potessero svolgere a domicilio. Fu scelto il merletto d’Irlanda, sia per la sua tipicità, sia perchè consentiva di suddividere il lavoro tra più operaie. Sin dall’inizio il merletto acquistò caratteristiche tipicamente orvietane dal punto di vista decorativo ed esecutivo. L’Ars Wetana svolgeva attività di produzione e confezionamento di merletti e trine con particolari richiami ornamentali al Duomo di Orvieto. I tipici motivi decorativi ad ornato riprendono quindi disegni di foglie di edera, acanto e vite, fiori ,figure ed animali tratti dai bassorilievi del Duomo. La bellezza dell’ornato a rilievo era esaltata dalla stiratura, che, con particolari accorgimenti, faceva sì che esso richiamasse da vicino i bassorilievi del Duomo. Già nei primi anni in cui si affermò l’Ars Wetana, il merletto orvietano cominciò a diffondersi e perfezionarsi anche al di fuori della società di patronato. Infatti due figure significative come Luisa Geremei Pettinelli e Maria Luigia Moretti, che operando con personale perizia e creatività hanno contribuito ad ampliare le possibilità espressive di quest’arte a un livello artistico molto elevato.